Muti, Pappano, Kissin, Gabetta, Petrenko al Bologna Festival
Apertura il 2 maggio con i Berliner Philharmoniker
Preceduta dagli eventi speciali già annunciati con i pianisti Stefano Bollani (19/2, già sold-out) e Evgeny Kissin (30 e 31/3), la rassegna dedicata ai Grandi Interpreti, da 44 anni fiore all'occhiello di Bologna Festival, quest'anno si apre il 2 maggio nel luogo insolito del PalaDozza per ospitare i leggendari Berliner Philharmoker diretti da Riccardo Muti. La compagine berlinese torna a Bologna dopo 74 anni, l'ultima volta proprio il 2 maggio del 1951 guidata da Wilhelm Furtwängler. La scelta del luogo è stata fatta da Illumia, sostenitrice della serata, per contenere un pubblico più numeroso rispetto a quello solito dell'Auditorium Manzoni, che solitamente ospita i concerti. L'intero incasso della serata sarà devoluto in beneficenza ad ANT, Fondazione Policlinico Sant'Orsola e Associazione La Mongolfiera. Riccardo Muti, che dirige i Berliner da 53 anni, proporrà un programma con musiche di Rossini, Verdi e Brahms. Tra le tante compagini orchestrali londinesi, la London Symphony mancava ancora nel palmares del Bologna Festival: vi approda il 9 giugno con la bacchetta del suo nuovo direttore musicale, Antonio Pappano (che invece sotto le Due Torri è di casa) assieme alla violinista Lisa Batiashvili con brani di Richard Strauss, Mozart e Berlioz (la Fantastica). Ultimo complesso sinfonico ospite, in calendario il 17 ottobre, è l'Orchestra della RAI che sarà guidata da Kirill Petrenko, il direttore musicale dei Berliner. Insomma, una sorta di cerchio che si chiude. Come di consueto non mancheranno i grandi solisti, dalla violoncellista Sol Gabetta (debutto al Bologna festival) ai pianisti Angela Hewitt e Andrea Lucchesini, fino ai Cameristi della Scala e all'ensemble barocco Europa Galante guidato da Fabio Biondi. Un altro evento speciale, gratuito, è invece quello del 17 maggio dedicato alla figura di Stanislao Mattei, maestro di un giovanissimo Rossini: in occasione del bicentenario della morte, verrà proposto l'Oratorio della Passione, composto nel 1792 su libretto di Pietro Metastasio. Da molti anni ormai, Bologna Festival è una manifestazione che tra i vari generi musicali che affronta è diffusa nel corso di tutto l'anno e in vari luoghi: "Una mappa che racconta il territorio e illustra la città. - Ha detto il neoassessore alla cultura del Comune di Bologna, Daniele Del Pozzo, alla presentazione - Un modello virtuoso che unisce intelligenza e cuore e fa arte alla portata di tutti, perché migliora la vita di ognuno di noi". Ecco allora i Carteggi musicali, i giovani Talenti (ciclo cameristico della manifestazione), la rassegna autunnale Il Nuovo, l'Antico, l'Altrove (dedicata alle musiche antiche e contemporanee e quelle dal mondo), il Baby Bofè per i più piccoli e le famiglie, Note sul registro (progetto didattico nelle scuole) e l'originale Classica in Sneakers alla Birreria Popolare. "Ogni anno la sfida per riempire di musica di qualità la nostra città, di lavorare con tutte le istituzioni del territorio, da quelle pubbliche alle private, di continuare nella necessaria opera di divulgazione del repertorio che amiamo, - ha spiegato la sovrintendente e direttrice artistica, Maddalena Da Lisca - è per noi un impegno costante che non permette soste, ma ci sostiene la convinzione etica che di bellezza ed arte alla portata di tutti non ce ne sia mai abbastanza per migliorare la qualità della nostra vita e della nostra comunità".
M.Yamazaki--JT